giovedì 31 maggio 2012

Endometriosi, la prevenzione comincia a tavola con gli OMEGA3

Arriva dal mondo accademico l'ennesima conferma che un'alimentazione sana ed equilibrata costituisce il miglior investimento per la salute
E oramai assodato che buona parte delle patologie sono generate dagli squilibri alimentari dei regimi dietetici a cui ci sottoponiamo e dagli errati stili di vita.
ENDOMETRIOSI E OMEGA3

L'ultimo caso in ordine di tempo riguarda l'endometriosi e la relazione esistente tra alimentazione e insorgenza di questa patologia.
Ne soffrono, solo in Italia, circa 3 milioni di donne. Si tratta di una patologia complessa e ad andamento cronico, caratterizzata da presenza anomala di tessuto all'interno dell'utero (può interessare i distretti più prossimi all'utero: ovaie, tube, peritoneo, vagina, intestino) che può condurre a infertilità. Ad oggi non si è giunti ad individuare una cura definitiva, ma è certamente possibile agire in termini di prevenzione. 


Gli studiosi della Harvard Medical School di Boston hanno pubblicato i risultati del proprio studio sulle pagine di Human Reproduction. 


La ricerca ha coinvolto 70.000 donne osservate nell'arco di 12 anni durante i quali i ricercatori, guidati da Stacey Missmer, hanno esaminato il collegamento tra la dieta abituale delle donne e l’incidenza dell’endometriosi.


I risultati hanno evidenziato che per le donne che assumevano la più elevata quantità di acidi grassi omega-3, il rischio di endometriosi si riduceva del 22% rispetto alle altre donne.
Non solo, lo studio ha anche osservato come un eccessivo consumo di grassi trans (comunemente definiti “grassi cattivi”) contribuisse ad aumentare del 48% il rischio di endometriosi.
I ricercatori della HMS non sono al momento in grado di determinare l’esatta correlazione tra i due fattori, ma nel frattempo si mostrano soddisfatti per i risultati ottenuti (anche se la correlazione tra omega3 ed riduzione dell'endometriosi è da tempo nota e in particolare attribuibile alla relazione tra acidi grassi omega 3 e metabolismo delle prostaglandine PGE1).
Fonte: Il Sentiero della Natura

venerdì 18 maggio 2012

Endometriosi: terapie complementari

Fonte: Dr. Perugini Billi   

L’endometriosi è stata descritta per la prima volta da Daniel Shroen nel 1620 in un libercolo dal titolo Disputatio Inauguralis Medica de Ulceribus Ulceri. Egli parla di infiammazioni nello stomaco, vescica, intestini e di larghi tralci fibrosi che formano adesioni tra i visceri.



Cos’è In parole povere, l’endometriosi è una dislocazione extrauterina del tessuto ghiandolare (endometrio). Questo tessuto può “attaccarsi” alle ovaie, alle tube di falloppio, all’intestino o ad altri organi. Come l’endometrio dell’utero, anche questi foci sono influenzati dalle variazioni ormonali, per cui ad ogni ciclo si congestionano di sangue, proliferano e si sfaldano, causando dolore, infiammazione e poi aderenze tra i tessuti.
L’endometriosi può interessare la donna già alla prima mestruazione e accompagnarla fino alla menopausa, sebbene dopo i 40 anni la crescita del tessuto endometriale extrauterino sembra sia più lenta. Può svilupparsi indipendentemente dal fatto di aver avuto o meno una gravidanza. Infine, questo problema affligge almeno il 10% delle donne in età riproduttiva e il 30-50% delle donne sterili o che hanno difficoltà a concepire.
Le cause Sono sconosciute, sebbene esistano varie teorie: alcune cellule endometriali possono essere presenti dalla nascita; le cellule potrebbero migrare verso l’area pelvica anche durante le mestruazioni, tramite il flusso di sangue o durante operazioni chirurgiche come il parto cesareo; un sistema immunitario difettoso non solo non riescirebbe ad eliminare le cellule che si trovano fuori posto, ma addirittura ne stimolerebbe la crescita; l’endometriosi sarebbe una malattia del sistema endocrino e l’estrogeno sarebbe il fattore principale di proliferazione dei foci.
I sintomi
Quelli più comuni sono: dismenorrea, dispareunia (dolore al rapporto sessuale), dolore pelvico, lombalgia, frequente stimolo ad urinare, colon irritabile, dolore a livello del retto e sanguinamenti, gonfiore addominale e stitichezza.

Terapie convenzionali
“La terapia della endometriosi pelvica deve tendere alla completa eliminazione di tutti i focolai presenti, possibilmente conservando il più possibile le strutture genitali interne, cioè l’utero, le salpingi o tube, le ovaie e liberando la pelvi dalle frequenti aderenze che la malattia fa formare tra gli organi della pelvi femminile. La Laparoscopia è il “Gold Standard” come terapia della endometriosi, è la unica terapia chirurgica che assicura precisione ripetibilità di esecuzione, minore trauma e dolore alla donna per la cura di questa malattia . Essa può essere praticata più volte per permettere di estirpare in maniera completa la endometriosi. La rimozione dell’utero non necessariamente fa guarire la donna ma sicuramente la rende infertile, ed è sconsigliata. La terapia medica si avvale di alcuni farmaci che bloccano gli ormoni ovarici, questi farmaci sono chiamati agonisti del GNRH, in pratica bloccano la produzione da parte dell’Ipotalamo (ghiandola situata nel cervello) di questa sostanza, chiamata GNRH, che serve a stimolare il funzionamento dell’Ipofisi che a sua volta permette alle ovaie di funzionare. Questi farmaci inducono una menopausa temporanea che presenta tutti i sintomi di una menopausa vera e propria: Secchezza vaginale, perdita di calcio, vampate, ecc. Attualmente si possono associare piccole dosi di terapia con ormoni femminili per ridurre gli effetti di tipo menopausa, tali terapie non curano la malattia. La terapia dura sei mesi o oltre a seconda della entità della malattia (1).”

Terapie complementari o non convenzionali
Le pazienti affette da endometriosi dovrebbero liberamente valutare anche le proposte terapeutiche delle medicine non convenzionali, che possono essere integrate o meno con quelle convenzionali.

Ayurveda - Secondo la medicina ayurvedica, la gran parte delle malattie croniche compaiono quando le tossine (ama) si accumulano e poi iniziano ad alterare l’equilibrio dei tessuti. L’accumulo di tossine ostruisce i canali di circolazione ed eliminazione nelle zone colpite. Questi blocchi impediscono il nutrimento grossolano e sottile dei tessuti e allo stesso tempo l’eliminazione dei prodotti di scarto. Il risultato dell’accumulo di tossine è la riduzione delle difese e la rottura dei ritmi biologici.

Nel caso dell’endometriosi, le tossine si accumulano nel tessuto riproduttivo, irritandolo e stimolando una lenta produzione di tessuto in eccesso. Più precisamente, secondo alcuni Autori, si tratterebbe principalmente di un problema associato al dosha Kapha, considerata la presenza di crescita anomala di tessuto cellulare. Tuttavia anche gli altri due dosha non sarebbero del tutto estranei, perché l’endometriosi comprende aspetti come:

- il sangue, gli ormoni e l’ infiammazione che sono sotto l’influsso di Pitta;
- il movimento verso il basso del mestruo, la circolazione del sangue e, fondamentale in questa malattia, la dislocazione extrauterina del tessuto endometriale, che sono sotto l’influsso di Vata.

Pertanto, l’endometriosi, sarebbe una condizione Sannipatika, cioè una malattia che coinvolge tutti e tre i dosha, sebbene in proporzioni diverse a seconda dei soggetti.

L’intervento terapeutico è diretto ai sintomi associati all’endometriosi, ma soprattutto alla eliminazione delle tossine (ama) e al ristabilimento dell’equilibrio dei dosha, attraverso preparati erboristici, dieta e terapie fisiche. In questo modo, si ottengono davvero degli ottimi risultati nel controllo dei sintomi e addirittura nella regressione del fenomeno.

Per quanto riguarda i preparati fitoterapici, ne esistono alcuni che si sono dimostrati efficaci, nell’esperienza medica pratica, nel ridurre il dolore, l’emorragie, l’infiammazione e l’irregolarità del mestruo. Questi preparati sono soprattutto a base di piante come Shatavari (
Asparagus racemosus Willd.), Lodhra (Symplocos racemosa Roxb.), Ashok (Saraca indica L.) e Nagkesara (Musea ferrea L.).

Farmaci omeopatizzati - L’approccio ayurvedico si combina in modo eccellente all’omeopatia. Particolarmente utili si dimostrano i farmaci in fiale della medicina omotossicologica tedesca e anche quelli antroposofici, a base di organoterapici (Endometrium, Uterus, ecc.), piante medicinali (Apis, Pulsatilla, Lachesis, Lilium, ecc.) e minerali (Argentum, Quartz, Mercurius, ecc.), che possono essere efficacemente iniettati per via mesoterapica.
Vischio (Viscum album) - Uno studio giapponese che ha utilizzato il vischio in forma iniettabile su donne affette da endometriosi molto dolorosa e che avevano subito un intervento di isterectomia o di escissione dei foci in laparoscopia ha portato ad un significativo miglioramento della sintomatologia (2).
Omega-3 - L’azione antinfimamatoria dell’omega-3 acido eicosapentainoico (EPA) è stato studiato in un modello animale di endometriosi. I ricercatori sono giunti alla conclusione che questo omega-3 potrebbe essere utilizzato vantaggiosamente nella terapia di questa patologia (3).

Epigallocatechine gallate - Lo sviluppo di nuovi vasi (angiogensi) gioca un ruolo essenziale nella crescita e sopravvivenza dei foci endometriali. Le epigallocatechine gallate (EGCG) derivate dal tè verde hanno un potente effetto antiangiogenetico. In un modello animale di endometriosi l’effetto antiagiogenetico delle EGCG si è dimostrato efficace nel ridurre la proliferazione dei foci patologici (4).

Flavonoidi - Alcuni flavonoidi hanno la funzione di regolare la circolazione e il tono venoso. La sommistrazione di un estratto di frazione flavonoica purificata micronizzata (500mg x due volte al dì) a donne affette da endometriosi ha portato ad una significativa riduzione dei dolori pelvici, già dopo il terzo mese (5).

Integratori - E’ stato visto che le donne con endometriosi hanno un’assunzione ridotta di antiossidanti, segnatamente le vitamine C, E e i minerali Zinco e Selenio. Nelle forme più gravi di endometriosi si è anche evidenziata una correlazione tra bassi livelli di antiossidanti e alto grado di lipoperossidazione nel plasma e nel liquido peritoneale (6). In un altro studio, l’integrazione alimentare di vitamina C  ed E è stata in grado di ridurre i marcatori dello stress ossidativo nelle donne con endometriosi (7). Lo stress ossidativo sembra sia anche alla base della sterilità, uno dei problemi che si accompagna all’endometriosi (8). Anche la vitamina B6 e l’olio di enottera potrebbero essere indicati per controllare soprattutto i sintomi premestruali (9).
Inibitori naturali dell’aromatasi - L’aromatasi P450 (P450arom) è l’enzima chiave per la sintesi degli estrogeni, ormoni fondamentali nello sviluppo dell’endometriosi. Nell’endometrio normale non si rileva nessuna attività di questo enzima, quindi questo tessuto non produce localmente estrogeno (10). Il tessuto endometriosico al contrario presenta alti livelli di P450arom.
Gli inibitori dell’aromatasi sono molto diffusi nel mondo vegetale e appartengono soprattutto al gruppo dei flavonoidi: quercitina (es. nella mela), apigenina (es. nel prezzemolo, sedano, carciofo, camomilla e basilico), narigenina (es. negli agrumi), resveratrolo (es. nella buccia e semi dell’uva), oleuropeina (es. foglie di olivo) e risina (es. polline, miele, passiflora). Da questi sono stati spesso ricavati degli integratori dove il principio attivo opportunamente associato ad altre sostanze naturali viene reso molto più disponibile per il nostro organismo. Anche l’indolo-3-carbinolo presente soprattutto nelle crocifere (broccoli, cavoli, verze, ecc.) ha un’ottima e sperimentata azione antiestrogenica (11). Gli inibitori dell’aromatasi sono anche presenti nel melograno e nel tè. Una certa attività antiaromatasi è stata dimostrata anche per la melatonina (12).


Bibliografia
1) www.endometriosi.it
2) Lim YT, Mistletoe Therapy in Persistent Endometriosis Paitents www.endometriosis.gr.jp
3) Netsu S et al, Oral eicosapentaenoic acid supplementation as possible therapy for endometriosis. Fertil Steril. 2008 Oct;90(4 Suppl):1496-502.
4) Xu H et al, Anti-angiogenic effects of green tea catechin on an experimental endometriosis mouse model. Hum Reprod. 2009 Mar;24(3):608-18.
5) Simsek M, Burak F, Taskin O. Effects of micronized purified flavonoid fraction (Daflon) on pelvic pain in women with laparoscopically diagnosed pelvic congestion syndrome: a randomized crossover trial. Clin Exp Obstet Gynecol. 2007;34(2):96-8.
6) Hernández Guerrero CA et al, Endometriosis and deficient intake of antioxidants molecules related to peripheral and peritoneal oxidative stress. Ginecol Obstet Mex. 2006 Jan;74(1):20-8.
7) Mier-Cabrera J et al, Effect of vitamins C and E supplementation on peripheral oxidative stress markers and pregnancy rate in women with endometriosis. Int J Gynaecol Obstet. 2008 Mar;100(3):252-6.
8) Agarwal A, Gupta S, Sharma RK. Role of oxidative stress in female reproduction. Reprod Biol Endocrinol. 2005 Jul 14;3:28.
9) Peterkin D, O'Grady K, Sanson-Fisher R Premenstrual symptoms in general practice patients. Prevalence and treatment. (J Reprod Med. 1997 Oct;42(10):637-46.
10) Serdar E, Aromatase and Endometriosis Semin Reprod Med 2004; 22(1): 45-50 .

11) Indole 3 Carbinol - the safer, natural Tamoxifen?
www.canceractive.com/cancer-active-page-link.aspx?n=1417.

12) Martínez-Campa C et al, Melatonin inhibits aromatase promoter expression by regulating cyclooxygenases expression and activity in breast cancer cells. Br J Cancer. 2009 Nov 3;101(9):1613-9.

giovedì 3 maggio 2012

PRESENTATA PROPOSTA DI LEGGE SU EMDOMETRIOSI


(AGENPARL) - Roma, 03 mag - Il testo unificato di due proposte di legge per la tutela delle donne affette da endometriosi, come elaborato da un Comitato ristretto, è stato illustrato alla III Commissione del Consiglio regionale (presieduta da Giorgio Venier Romano, UDC) dai primi firmatari dei due provvedimenti, Massimo Blasoni (Pdl) e Sergio Lupieri (PD). L'endometriosi è una malattia cronica e complessa delle donne che interessa l'apparato genitale. Si stima che circa il 10% delle donne in Europa ne sia affetto e che sia la causa di infertilità femminile nel 30%, 40% dei casi.
In Italia, le donne con diagnosi conclamata di endometriosi sono almeno 3 milioni. I tempi medi di diagnosi dalla prima comparsa dei sintomi, che avviene tipicamente in età giovanile, è mediamente superiore ai 10 anni. Il testo presentato alla Commissione - è stato sottolineato dai due consiglieri proponenti - ha ottenuto un'ampia condivisione, nella consapevolezza che si tratta di una malattia che ha la necessità di ottenere le più ampie tutele. Per questo motivo vi è la volontà di approfondire una situazione ancora aperta, ossia la possibilità di esentare le donne affette da endometriosi dalla compartecipazione alla spesa sanitaria specialistica, perché tale patologia merita lo stesso riconoscimento sociale di quelle che oggi già ce l'hanno.
Il testo all'attenzione della Commissione si compone di 8 articoli: l'1 contiene le finalità; il 2 istituisce un Osservatorio per svolgere attività di monitoraggio, raccolta dati e statistiche, proporre campagne di informazione, azioni di prevenzione dirette alla diagnosi precoce, modalità di coordinamento delle attività di diagnosi, cura e ricerca, predisporre una relazione sull'attività svolta; il 3 prevede un registro regionale per la raccolta e l'analisi dei dati clinici e sociali; il 4 si interessa delle campagne di informazione e di sensibilizzazione; il 5 istituisce una giornata regionale per la lotta all'endometriosi; il 6 contiene disposizioni per la formazione del personale medico, di assistenza e dei consultori familiari; il 7 prevede il coinvolgimento del mondo dell'associazionismo e del volontariato; l'8 contiene le disposizioni finanziarie. La Commissione, prima di esaminare il testo, ha programmato una serie di audizioni con i soggetti interessarti per giovedì 17 maggio.
Fonte: Agenzia Parlamentare