martedì 31 gennaio 2012

CHIRURGIA MININVASIVA COL ROBOT DAVINCI


La chirurgia robotica costituisce la forma più sofisticata di chirurgia mininvasiva.
La robotica supera le difficoltà e le limitazioni della chirurgia laparoscopica permettendo di estendere i benefici della mininvasività ad interventi complessi. La chirurgia minivasiva, infatti, consente ridotte perdite ematiche e di conseguenza minor necessità di trasfusioni, minor dolore postoperatorio, una più rapida ripresa. Tutti i tipi di interventi, soprattutto quelli più complessi, possono, grazie al robot, essere eseguiti con tecnica mininvasiva.
“Credo che la chirurgia minivasiva rappresenti una vera rivoluzione - osserva il Prof. Pier Cristoforo Giulianotti, Presidente MIRA, Direttore della divisione di chirurgia robotica dell’Illinois University di Chicago e Direttore della Scuola Internazionale di Chirurgia Robotica di Grosseto. Il terzo millennio ha iniziato la sua storia, in medicina, con la chirurgia mininvasiva, il cui apice è rappresentato dalla chirurgia robotica. Questa consente ai chirurghi di affrontare gli interventi più complessi della chirurgia generale e di quelle specialistiche, mantenendo la mininvasività. La chirurgia robotica è anche l’inizio della virtualizzazione totale: apre le porte ad un futuro, che è dietro l’angolo, di interventi eseguiti a distanza, fra diverse città in connessione, diversi Paesi, diversi continenti”. In Italia, sottolinea il Prof. Giulianotti, “pur fra molte difficoltà economiche è stato possibile realizzare importanti realtà: a Grosseto, in particolare, è nata una scuola di medicina robotica che è un vero gioiello, una delle poche realtà di questo tipo in Europa. La scuola comprende un laboratorio dotato di un sistema robotico (il robot daVinci) con autorizzazione alla sperimentazione animale da parte del Ministero e di un’aula di video conferenza, collegata via Internet con il resto del mondo”.
Quanto alla diffusione della robotica in Italia, il Professor Giulianotti osserva: “La velocità con cui si diffondono le tecnologie robotiche nella società medica americana è maggiore rispetto a quella italiana, in parte perché il sistema sanitario è strutturato per favorire la competitività degli ospedali e delle organizzazioni sanitarie. Non appena si è avuta dimostrazione scientifica della superiorità della chirurgia robotica, le istituzioni e gli ospedali hanno fatto a gara per rispondere prontamente e in modo qualitativo ad una tale richiesta del mercato. Credo che presto ciò avverrà anche in Italia. D’altra parte, quando è dimostrato che una tecnica è più vantaggiosa di un’altra, si pone anche il problema etico di adeguarsi e di offrire a tutti i cittadini la migliore terapia”.
“I benefici di questo tipo di chirurgia vanno a compensare ampiamente i costi, che sono più elevati rispetto a quelli della chirurgia tradizionale. Grazie al fatto che il decorso operatorio è più veloce, e quindi il paziente può riprendere la sua occupazione in minor tempo, il costo più elevato di questi tipi di interventi viene così ammortizzato. Entro pochi anni l'80-85% della chirurgia 'aperta' sara' effettuato con queste macchine”.
D’altra parte, come evidenzia il Prof. Satava “Il robot è un sistema di informazioni che ha occhi e mani e, dunque, i chirurghi di tutto il mondo non potranno evitare di utilizzare la chirurgia robotica”. 
“il pioniere della chirurgia robotica” - così il Prof. Giulianotti definisce il Prof. Garth H. Ballantyne, Hackensack University Medical Center - opera in laparoscopia dal 1991 e definisce questa tecnica “difficile”, e pertanto poco utilizzata e faticosa per il chirurgo, oltre che obsoleta, in quanto la visione in laparoscopia è ancora bidimensionale, mentre la chirurgia robotica consente una visione tridimensionale. 
“Questo facilita gli interventi di isterectomia e prostatectomia, e in un futuro sarà possibile utilizzare questa metodica anche nelle chirurgia del retto”, afferma il Prof. Ballantyne. 
Per quanto concerne il trapianto del rene la tecnica robotica ha consentito di effettuare diversi interventi dal 2001 ad oggi senza dover ricorrere a trasfusioni di sangue e minimizzando il problema del dolore patito dai donatori. 
“Nel caso del cancro del polmone - aggiunge il Prof. Benedetti - con una piccola incisione è possibile rimuovere la lesione tumorale senza dover effettuare l’apertura delle costole; questa tecnica andrà a sostituire all’80% la chirurgia tradizionale”. 
Nel caso della chirurgia epatica vi sono enormi vantaggi per il paziente che non dovrà più subire un'incisione sotto-costale della lunghezza di 45 cm ma solo 3 piccole incisioni, con un'importante riduzione delle perdite ematiche e la possibilità di essere dimesso dopo soli due giorni dall'intervento.
In ginecologia, vi sono alcuni campi di applicazione in cui i vantaggi della chirurgia robotica sono particolarmente evidenti. E' questo il caso dell'asportazione del fibroma dell'utero, dell'isterectomia o dell'endometriosi dove si riesce ad operare al meglio, nonostante i campi di applicazione siano ristretti e molto profondi. In ognuno di questi casi, la chirurgia robotica facilita il decorso post-operatorio.
Un caso in cui la chirurgia robotica si rivela particolarmente efficace - talvolta indispensabile - è l'asportazione del tumore all'utero in pazienti affetti da obesità. Le particolari condizioni del soggetto obeso rendono necessario il ricorso alla robotica. 
Il dottor Vipul Patel, luminare di fama internazionale in campo urologico, Direttore della robotic and minimally invasive urologic surgery, Ohio State University Medical Center, nel corso della sua carriera di chirurgo, ha compiuto più di 2000 interventi di prostatectomia radicale, utilizzando esclusivamente il sistema robotico daVinci.
L'ultimo intervento è stato eseguito su un uomo italiano di 55 anni, affetto da tumore alla prostata. L'intervento è durato un'ora e dieci e il paziente deambulava già a partire dal pomeriggio ed è stato dimesso due giorni dopo.
La peculiarità di questo intervento si compie nella fase successiva all'asportazione della prostata: è possibile, infatti, ricostruire l'integrità anatomica del sistema deputato alla continenza, con una semplice modifica chirurgica che consente di ottenere una continenza molto più rapida. Questa metodica è stata proposta dall'urologo milanese Rocco ed è stata pubblicata su Riviste Scientifiche Internazionali. I cosiddetti "punti Rocco" o "Rocco Steaches" sono adottati da Vipul Patel e da i più importanti urologi al mondo.

Fonte: Italia Salute

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